“Il trace (1988) - Mi chiamo Sesklo: con i miei compagni scendo nel sottosuolo per spez zare la noccia dove sono nascosti i me talli che rendono famosa la nostra terra”. Art by Sergio Toppi (1932 – 2012).

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F.M. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo.

Per la prima volta Dostoevskij prende una lampada e discende dall'appartamento al primo piano, in cui è vissuto, giù nel sottosuolo della casa. Dostoevskij, per dirla con un famoso verso di Baudelaire, scende nel

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di Fëdor «uno dei libri… destinato a segnare indelebilmente l’intero processo della scrittura occidentale» (Serena Prina) mostra quanto sia ridicola l’idea di un da una parte e di una dall’altra.

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Io non solo non ho saputo diventare cattivo, ma non ho saputo diventare niente: né cattivo né buono, né furfante né onesto, né eroe né insetto.
E ora vivo nella mia tana facendomi beffe di me stesso...

F. M. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo

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Io non solo non ho saputo
diventare cattivo, ma non
ho saputo diventare niente:
né cattivo né buono,
né furfante né onesto,
né eroe né insetto.
E ora vivo nella mia tana
facendomi beffe di me stesso.

F. M. Dostoevskij Memorie dal sottosuolo


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Si alzò,andò al fiume si sciacquò la faccia e se l'asciugo con i capelli. Raccolto il fagotto delle sue cose...emaciata,e con quei suoi stracci mossi dal vento aveva l'aria di essere stata dissepolta dal sottosuolo per un macabro miracolo”




Jacques

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